Le ultime novità sul delitto di Garlasco accendono la difesa di Alberto Stasi, che ora evidenziano come il ragazzo sia in carcere da ormai 10 anni.
La riapertura dell’inchiesta sul delitto di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nel 2007, ruota attorno a nuove intercettazioni datate 2017 e che sono rimaste a lungo ignorate. Al centro di queste nuove intercettazioni c’è il ruolo dell’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, che ora risulta indagato per corruzione in atti giudiziari, e Andrea Sempio, amico d’infanzia del fratello della vittima e unico indagato nel nuovo fascicolo per omicidio della procura di Brescia, aperto qualche mese fa.
Due audio chiave, registrati tra il 10 e l’11 febbraio 2017, mostrano conversazioni sospette tra Giuseppe Sempio, padre di Andrea, e sua moglie Daniela Ferrari. In uno, il papà di Andrea Sempio parla da solo in auto di un “aiuto finanziario” e di un assegno da incassare subito. Nell’altro, i due discutono di 40mila euro, da ritirare con “le formule giuste”, apparentemente per qualcosa di diverso dal pagamento di un legale, come invece riportato sinteticamente nei vecchi brogliacci dei carabinieri.
Si tratta di elementi, rivalutati oggi dagli inquirenti di Milano e Brescia, che aprono nuovi scenari e dubbi su come fu gestita l’indagine iniziale e sul ruolo delle persone coinvolte. Oltre alle due intercettazioni, c’è un appunto trovato in casa Sempio su cui ci sarebbe scritto “Pm archivia per 20-30” e anche un audio di Daniela Ferrari, in cui viene la donna avverte di non superare i 3mila euro in contanti per evitare controlli antimafia.
Secondo i magistrati che indagano in questo nuovo filone dell’inchiesta, alcune di quelle intercettazioni vennero omesse dalle trascrizioni originali. L’ex pm nega ogni addebito, dichiarandosi offeso dall’ipotesi messa in campo nella nuova inchiesta e certo della sua innocenza. Anche la difesa di Sempio respinge ogni accusa, sostenendo l’assurdità dell’ipotesi della Procura, ma nel frattempo, la difesa di Alberto Stasi non resta in silenzio di fronte ai nuovi accadimenti emersi.
Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi, ha infatti sottolineato come quello che sarebbe avvenuto, ovvero il presunto passaggio di cospicue somme di denaro, che sarebbero infine finite nelle disponibilità di Mario Venditti, sia qualcosa quantomeno di anomalo: “Quando si versano 43mila euro con assegni da parte di soggetti estranei, in questo caso familiari dei genitori di Sempio, e poi si preleva una cifra uguale in contanti, non credo sia una movimentazione normale”.
Il riferimento è alla frase dei Sempio sulla necessità di “pagare quei signori” e l’avvocato di Alberto Stasi finisce per chiedersi chi avrebbero dovuto pagare i genitori di Andrea Sempio: “Se si devono pagare questioni evidenti, si pagano in maniera tracciabile”. Poi sull’inchiesta spiega che “quella di Brescia è un’indagine seria, anzi molto seria” e infine conclude che se dovessero esser accertate le responsabilità di Venditti sarebbe “un fatto inaudito, vergognoso, orribile”.
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