Non è che abiti nella città più maleducata d’Italia? Che non coincide con le grandi metropoli, anzi. Sia il primo posto che il resto del podio ti lasceranno a bocca aperta.
Città più maleducata d’Italia, sei curioso di sapere di quale si tratta? Se ti vengono in mente dei nomi suggeriti dai soliti luoghi comuni, sappi che ti stai sbagliando. Perché i dati ufficiali forniti da Preply, una piattaforma web per l’apprendimento delle lingue, dicono tutt’altro. E cioè che le grosse metropoli non sono nemmeno sul podio di quella che è la classifica che incorona la città più maleducata d’Italia.
La stessa Preply ha condotto una serie di interviste a poco più di 1550 persone da Nord a Sud d’Italia in diciannove città, per raccogliere le loro opinioni. Tra questi individui erano inclusi non solo i residenti ma anche i turisti. Proprio per cercare di avere una visione a tutto tondo in merito a questo argomento. Ed alla fini i risultati non sono quelli che in tanti si sarebbero attesi. C’è soprattutto un aspetto però che viene fuori con prepotenza.
Il turismo di massa sembra avere un grosso peso in ciò. E li sa bene la città più maleducata d’Italia, che ha guadagnato il primo posto per via della convivenza a volte difficile che si viene a creare tra i suoi residenti e chi viene in visita da fuori. Si tratta di una città relativamente piccola di dimensioni, nella quale anche gli spazi stretti e la viabilità che possiamo tranquillamente definire fuori dal comune contribuiscono ad accentuare delle tensioni e dei comportamenti poco ortodossi.
Ebbene, la città più maleducata d’Italia è Venezia. Lì i suoi 50mila abitanti nel centro storico devono avere a che fare ogni anno con la bellezza di 13 milioni di turisti all’anno in media. Tutto ciò si traduce con una presenza di circa 100mila e più visitatori al giorno, in pratica il doppio degli abitanti del centro. Mentre in totale la Serenissima conta poco più di 249mila abitanti.
Si ha un problema di iperturismo evidente, che porta ad avere un impatto sulla vita quotidiana dei veneziani i quali si vedono oppressi da un flusso di persone provenienti da altri parti d’Italia e del mondo. Questa cosa però influisce anche sulla esperienza di visitatori, che possono andare incontro alquanto facilmente con l’impossibilità di potere usufruire di alcuni servizi. Tutto questo poi può portare ad un aumento dei prezzi, ad impatti negativi sule risorse locali a disposizione di residenti e turisti e ad altre situazioni sfavorevoli.
Il ticket di accesso di 5 e 10 euro per accedere al centro città, chiamato Contributo di Accesso ed introdotto nel 2024 dal sindaco Luigi Brugnaro non sembra avere portato i miglioramenti sperati. Alle spalle di Venezia poi si issano sul podio Catania, al secondo posto, e Parma al terzo.
Tutte città che non sono annoverabili nell’ambito delle grandi metropoli. Nella top ten ci sono comunque Milano e Roma, mentre le città più virtuose sono Padova, Firenze e Modena. Invece le città più maleducate d’Italia considerando i soli residenti sono:
Napoli e Palermo si distinguono invece in positivo per la loro capacità di sapere accogliere i visitatori, ma anche per la facilità di interazione che spesso viene a crearsi tra i residenti stessi che non si conoscono tra loro. L’esatto contrario avviene a Brescia, dove invece le statistiche confermano la tendenza dei residenti a mostrarsi chiusi nei confronti degli sconosciuti. E proprio una bresciana ha stregato Leonardo Di Caprio, che notoriamente è poco incline a coltivare una relazione stabile.
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