Una notizia davvero pessima quella che riguarda lavoratori e pensionati: a gennaio arriva il blocco degli stipendi.
All’inizio sembra uno dei tanti cambiamenti legislativi che passano inosservati: righe, commi, testi ufficiali. Ma dietro quel linguaggio tecnico si nasconde una possibilità che fa tremare chi lavora nel pubblico impiego. Dal 2026, alcuni dipendenti pubblici e pensionati rischiano di non ricevere lo stipendio interamente. Non per una scelta arbitraria, ma per effetto di una norma che riconnette in modo automatico i pagamenti con i debiti fiscali.
Una notizia che di certo arriva in un momento alquanto difficile per gli italiani. Arrivare a fine mese è diventata un’impresa, e riuscire a far quadrare i conti non sempre è così facile. L’ufficialità della questione, rende tutto ancora più opprimente per le tasche dei cittadini. Ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
La Legge di Bilancio prevista, introduce un meccanismo oggi estraneo alla maggior parte delle amministrazioni: prima di erogare lo stipendio o la pensione, verrà verificata la posizione debitoria del beneficiario verso l’Agenzia delle Entrate. Se il debito supera 5.000 euro e lo stipendio mensile è superiore a 2.500 euro, scatterà la trattenuta obbligatoria diretta. Dovrà essere rispettata la soglia che la legge consente per il pignoramento: un settimo dello stipendio, salvo casi particolari in cui si applica il limite del decimo, soprattutto per indennità come la tredicesima.
Chi pensava che esistessero passaggi intermedi (avvisi, solleciti, procedure giudiziarie) dovrà ricredersi: non ci sarà nulla di tutto ciò, sarà diretto, grazie all’integrazione degli uffici della pubblica amministrazione con i sistemi del Fisco. Non c’è obbligo di attivare prima un pignoramento tradizionale: il sistema blocca e trattiene, fino all’estinzione del debito.
La misura non interessa tutti. Colpisce solo chi soddisfa entrambi i requisiti: stipendio mensile netto superiore a 2.500 euro e debiti fiscali insoluti già formati da cartelle esattoriali che superano i 5.000 euro. Non è una misura pensata per “tutti i debitori”, ma per una fascia ristretta di lavoratori, che però potrebbe essere numerosa. La stima parla di decine di migliaia di casi.
I pensionati che percepiscono trattamento previdenziale come ex dipendenti della pubblica amministrazione sono inclusi nello stesso meccanismo, solo se ovviamente rientrano nei parametri previsti. Anche per loro vale il controllo automatico, la trattenuta e il rispetto dei limiti di legge per la pignorabilità.
Alcuni casi sono più complessi: chi supera la soglia solo grazie alla tredicesima, o chi percepisce stipendi vicini alla soglia minima, verrà sottoposto alla trattenuta del decimo, applicata in modo rigoroso per le indennità occasionali.
Chiunque si trovi in questa situazione deve prestare attenzione. Da gennaio 2026 non sarà più sufficiente restare inattivi sperando che il debito venga dimenticato. È importante verificare la propria posizione debitoria, considerare la rateizzazione delle cartelle o la sanatoria prima del blocco automatico.
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