Contenuti offensivi suoi social, adesso sono reato, a pagare non saranno soltanto i diretti interessati minorenni, ma anche i genitori.
Da quando i social si sono diffusi nel mondo è come se le persone si fossero incattivite. Ovviamente, non è così, le persone sono le stesse, ma da quindici anni si respira una sensazione diversa, con una negatività acuita proprio per l’esposizione sul web, con i social utilizzati da milioni di persone per sfogare la propria frustrazione, il proprio rancore e l’odio nei confronti della società o di altri individui.

I social stanno deteriorano i rapporti sociali, acuendo i sentimenti di disperazione. Oggi, questi strumenti rappresentano una vetrina del dolore, della frustrazione, della critica fine a se stessa, solo per il gusto di gettare fango su qualcuno, solo per offendere altri utenti. Un fenomeno che coinvolge sia gli adulti che i giovanissimi, e che bisogna combattere a tutti i costi.
Offese sui social, ora una sentenza interviene per chiarire a cosa si va incontro
Occorre riportare l’educazione e il rispetto al centro dell’attenzione, lasciare da parte i sentimenti di odio, evitare gli insulti. In questo modo si contrasta il fenomeno della cattiveria digitale, ma anche quello del cyberbullismo, che coinvolge soprattutto gli adolescenti e che spesso è anche conseguenza del cattivo esempio impartito dagli adulti.
L’educazione digitale è un punto fondamentale in questa epoca, e bisogna affrontarlo. La Corte d’Appello di Campobasso, in una recente sentenza, ne sottolinea l’importanza, non solo esaminandola dal punto di vista del buon senso, ma anche dal punto di vista giuridico. Ora è stato creato un precedente, che speriamo possa fare da esempio per tutti, genitori e figli.

L’episodio nasce in Molise, dove uno studente di 11 anni è stato pesantemente offeso da un compagno, filmato in classe e finito su YouTube con la didascalia “Bambino handicappato”. Una pesante offesa che ha portato i genitori del ragazzo a sporgere denuncia. I giudici hanno approvato la denuncia e accolto la richiesta di risarcimento: adesso, i genitori del bambino che ha caricato sul web il video incriminato dovranno pagare una multa.
Le sanzioni previste per la cattiva educazione digitale: genitori responsabili delle azioni dei figli minorenni
Come affermato dai giudici, i genitori devono assumersi la responsabilità nel mettere in mano al proprio figlio uno smartphone, con tutte le conseguenze che possono accadere. Ciò fa parte della loro educazione e del controllo nei confronti del figlio. Il fisco non è più in vacanza: l’Agenzia delle Entrate sta per mandare queste lettere.

Non si tratta di una “ragazzata”, come hanno affermato i genitori del bambino bulletto, non è una giustificazione valida, perché si tratta di un danno che può scatenare gravi conseguenze e causare un trauma nella vittima. Quando un minorenne commette un illecito, sui genitori grava la colpa: consegnare a un minore un telefono implica specifici doveri.
L’educazione al comportamento online rientra nei doveri familiari, perciò i genitori adesso sono stati condannati al pagamento di una sanzione base di 1.300 euro, fissata per il pagamento per il sostegno psicologico. Ma non è tutto, perché resta il danno non patrimoniale, stimato in 7.950 euro per il disturbo post traumatico accertato nel bimbo.