Buono fruttifero scaduto, un piccolo tesoro che non sai di avere: quanto ti metti in tasca

Ti sei accorto di possedere un buono fruttifero scaduto, e adesso? Hai perso tutto oppure puoi ancora recuperare il credito maturato nel corso del tempo?

Buono fruttifero scaduto, che si fa? Questo è uno strumento di investimento e di risparmio al tempo stesso. Ma possono rivelarsi tali solo se ben gestiti. E non tutti sanno che un buono fruttifero scaduto ha comunque una validità ancora in corso. Grazie a Poste Italiane, tale mezzo di risparmio con garanzia di capitale e semplicità di uso è diventato molto diffuso, ed è così da anni. Le sue scadenze sono variabili e contemplano soprattutto una validità di 3, 5 e 10 anni, e persino più lunga rispetto ad un mandato decennale.

Buono fruttifero e soldi in euro in una mano
Buono fruttifero scaduto, un piccolo tesoro che non sai di avere: quanto ti metti in tasca – giustizia.brescia.it

Al termine del periodo contemplato poi ci sono dei capitali maturati assieme ai relativi interessi. Quando poi arriva la scadenza però che si fa? La parola “scadenza” non deve spaventare: infatti al termine di questo periodo è ancora possibile riscuotere la cifra che nel frattempi si è sviluppata. Diciamo che il solo inconveniente che i buoni fruttiferi scaduti comportano è che molto spesso i titolari non ricordano di averli e non sanno che la cosa può portare loro a mettere ancora le mani su una bella sommetta.

Cosa fare alla scadenza di un buono fruttifero postale?

Una volta che si giunge alla scadenza di un buono fruttifero, dopo un certo periodo matura il diritto di vedersi riconosciuti capitale ed interessi annessi, visto che incassare quanto dovuto può essere soggetto a prescrizione. Un titolare di un buono che ha superato la data di validità può avere diritto ad ottenere quanto gli spetta pure con un buono che non si trova più in circolazione. Ed è proprio questo che in tanti non sanno, rinunciando a dei soldi facili.

Un appuntamento in corso con un consulente finanziario
Cosa fare alla scadenza di un buono fruttifero postale? – giustizia.brescia.it

Nel tempo, poniamo l’esempio di un buono dal valore di mille euro emesso dieci anni fa a tasso fisso, quanto depositato allora porterà con certezza matematica ad avere fruttato una somma superiore. E può esserci anche la possibilità che tale deposito possa essere aumentato in maniera importante. Come bisogna procedere per intascare quanto ti spetta?

Devi come prima cosa consultare Poste Italiane o l’Agenzia delle Entrate per il recupero di eventuali atti di emissione e simili. Se detieni il possesso di certificati sia in formato cartaceo che digitale, puoi procedere visitando il sito web ufficiale di Poste Italiane. Oppure puoi chiedere la consulenza di un esperto finanziario. Se poi conosci con precisione la data di scadenza e la prescrizione, meglio ancora.

Come incassare buoni fruttiferi scaduti?

Devi ricordare che, dopo dieci anni dalla data di scadenza, viene meno il diritto di riscatto perché per legge scatta la prescrizione. Anche se ci sono dei casi in cui pure dopo questa dead line è possibile comunque procedere con il recupero del capitale.

Solitamente la cifra coinvolta aumenta solo di qualche centinaia di euro, ma sempre soldi utili sono. Poi è ovvio che molto dipende sia dalla cifra depositata che dal periodo di giacenza. Più questi valori sono alti e più la somma finale presente sul buono fruttifero sarà consistente.

E se pensi di avere un buono fruttifero scaduto, procedi subito con una raccolta di informazioni, come detto sia allo sportello di Poste Italiane che parlandone con un consulente finanziario. Per la riscossione possono essere sufficienti i relativi documenti il più delle volte, e comunque non si tratta di niente di complicato.

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