Novità importantissime sulla “busta paga pesante”: arrivano i rimborsi dall’Agenzia delle Entrate, sentenza storica.
C’è una storia che ha fatto parlare per anni e che tocca da vicino tante famiglie. L’hanno chiamata “busta paga pesante”, un nome che suona complicato ma che, in realtà, è un qualcosa di molto più concreto: stipendi alleggeriti dalle tasse, scelte diverse da famiglia a famiglia e rimborsi promessi che hanno impiegato troppo tempo ad arrivare.

Negli anni ci sono state diverse vittorie in tribunale: le corti hanno più volte riconosciuto il diritto al rimborso. Ma nonostante queste decisioni, l’Agenzia ha continuato a resistere, allungando i tempi e portando i casi anche davanti alla Cassazione. Intanto migliaia di famiglie rimanevano in attesa, con la speranza di vedere rispettati i propri diritti.
Cosa significava la busta paga pesante e quali famiglie ne hanno diritto
Dopo il terremoto del 2016, lo Stato aveva previsto un aiuto particolare per chi viveva nei comuni colpiti: i lavoratori e i pensionati potevano ricevere lo stipendio o la pensione senza trattenute fiscali, rinviando il pagamento delle tasse.

In pratica, si voleva alleggerire subito il peso sulle famiglie già piegate dal disastro. Non era un obbligo aderire alla busta paga pesante, molti scelsero questa soluzione, ma altri decisero di non usufruirne e pagarono comunque regolarmente l’IRPEF.
Col tempo questa differenza è diventata un problema. Chi aveva pagato si è ritrovato in svantaggio rispetto a chi aveva avuto la sospensione. Così è nata la battaglia per chiedere il rimborso: una parte di quelle imposte doveva tornare nelle tasche dei cittadini, in particolare il 60% dell’IRPEF versata nel 2017.
Una battaglia legale durata anni, finalmente arriva la scolta sulla busta paga pesante
La pratica dei rimborsi non si è avviata in automatico. Ogni cittadino interessato ha dovuto presentare una domanda, allegare documenti e aspettare una risposta dall’Agenzia delle Entrate. In tanti casi la risposta non è arrivata, ed è stato necessario fare ricorso davanti ai giudici tributari.

La vera novità è arrivata adesso. A settembre 2025 la Corte di Giustizia Tributaria di Ascoli Piceno ha registrato un fatto mai accaduto prima: l’Agenzia delle Entrate ha riconosciuto ufficialmente in giudizio che quel rimborso spetta ai cittadini. Non è più solo una serie di sentenze favorevoli, ma un’ammissione diretta.
Per la CISL Marche, che insieme a tanti legali ha seguito la battaglia fin dall’inizio, è stata una vittoria storica. Dopo anni di ricorsi e resistenze, adesso non ci sono più scuse: bisogna ricalcolare e restituire quanto dovuto ai cittadini.
Cosa cambia per i cittadini: ecco come avranno il rimborso
Chi aveva già presentato l’istanza potrà finalmente vedere concretizzarsi il rimborso. Parliamo di migliaia di persone, non solo ad Ascoli Piceno ma in decine di comuni di Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio. Per molti non è soltanto una questione economica, ma il riconoscimento di un diritto negato per troppo tempo.
Ora le famiglie aventi diritto non dovranno far altro che attendere, sperando che i rimborsi dovuti arrivino quanto prima, non solo per avere un po’ di respiro, ma anche per veder concretizzata una sentenza attesa per quasi dieci anni.