Ci sono ferite che non si vedono, dolori che restano nascosti dietro un sorriso. Perfino di chi appare forte come chef Cannavacciuolo.
C’è un peso che nemmeno il successo televisivo riesce ad alleggerire. Un dolore che resta silenzioso, lontano dalle luci dei riflettori, ma che continua a farsi sentire. Chi lo conosce bene racconta che Antonino Cannavacciuolo lo porta con sé da tempo, come un’ombra che non se ne va.

Perché se da una parte la sua carriera è un trionfo fatto di stelle Michelin, programmi amatissimi e ristoranti di lusso, dall’altra c’è qualcosa che non gli ha dato la stessa soddisfazione. E forse è proprio lì che nasce quel senso di sconfitta che non si può cancellare con un sorriso davanti alle telecamere.
Antonino Cannavacciuolo non riesce a superare questo grande dolore
Il riferimento è a “Cucine da incubo”, il programma che lo ha reso popolare al grande pubblico. Lo chef napoletano è entrato in decine di locali sull’orlo del collasso, provando a dare nuova vita a cucine disordinate, menù poco curati e gestioni improvvisate.

Le puntate mostravano tensioni, piatti da rifare e poi la rinascita: un locale rinnovato, un menù studiato e proprietari pronti a ricominciare. Ma cosa è successo davvero dopo la fine delle riprese?
Cannavacciuolo non riesce a superarlo: non è riuscito a salvarli
La verità è amara: molti dei ristoranti, che hanno partecipato al programma “Cucine da Incubo”, hanno chiuso i battenti, nonostante la visibilità e i consigli ricevuti. I numeri purtroppo sono tutt’altro che piccoli: delle prime otto stagioni italiane, con 67 locali coinvolti, ben 18 hanno chiuso definitivamente e 8 hanno cambiato gestione.

Alcuni sono durati poco più di un anno, altri non hanno retto nemmeno ai costi delle ristrutturazioni. È successo a “Cuore Sapore” di Milano, a “Pane e Olio” a Roma e a diversi altri che hanno salutato i clienti nel giro di pochi mesi.
Non è solo un “fallimento” di Cannavacciuolo, anche altri non sono riusciti a salvare tanti ristoranti
Anche nella versione britannica del programma di Gordon Ramsay, da cui il format nasce, quasi la metà dei ristoranti è fallita poco dopo la messa in onda. Questo significa che nemmeno uno show televisivo può salvare ristoranti ormai al collasso: può accendere i riflettori, ma non risolve le difficoltà quotidiane, i debiti accumulati e la mancanza di una buona gestione.
E così resta quel dolore silenzioso. Perché Antonino Cannavacciuolo, con tutta la sua esperienza, non può cancellare il destino di chi non riesce a rialzarsi. Il programma ha dato speranza, ma spesso la realtà è tornata a presentare un conto molto salato. E per uno chef che ha costruito la sua carriera sulla passione e sul riscatto, non riuscire a salvarli tutti è la ferita che continua a bruciare.





