C’è una vicenda doping che coinvolte l’attuale manager del Manchester City e che avvenne quando giocava in Italia. Lo stesso Guardiola l’ha tirata fuori e svela di essere in attesa di un messaggio dopo tutti questi anni.
Pep Guardiola ha affrontato il Napoli in Champions League alla guida del suo Manchester City, club sulla cui panchina siede dall’ormai lontano 2016 e con il quale ha vinto venti trofei. Ma si tratta solo di una porzione di quanto conquistato con anche Barcellona (anche da calciatore) e Bayern Monaco. E ciò nonostante, Guardiola è sempre stato un campione di umiltà. Lo ha dimostrato con i complimenti sinceri fatti agli azzurri campioni d’Italia, che al City of Manchester Stadium sono capitolati soltanto nel secondo tempo per via di due pregevoli giocate individuali del City, e dopo essere finiti in dieci uomini al 20° del primo tempo.

“La mia squadra, se avesse giocato in dieci, non sarebbe riuscita a fare bella figura come è stato capace di fare il Napoli” sono state le parole del catalano in mixed zone. Però una volta tanto Guardiola ha voluto concedersi uno sfogo, e lo ha fatto prima della partita che sanciva l’inizio della Champions League 2025/2026. In conferenza stampa alla vigilia di Manchester City-Napoli infatti il buon Pep ha accennato ad un brutto episodio che lo vide protagonista anni fa, quando da giocatore passò anche nella Serie A italiana.
Guardiola e la squalifica per doping ai tempi del Brescia, la storia
Il riferimento è ad una squalifica per doping che venne comminata a Guardiola quando giocava per il Brescia. Il Brescia più forte di sempre, con Roberto Baggio, Luca Toni, Aimo Stefano Diana, Igli Tare, Andrea Caracciolo e tanta altra gente che ha fatto una buona carriera. In panchina c’era l’inarrivabile Carlo Mazzone, uno che è sempre stato amato anche dai suoi avversari.

Persino molti atalantini oggi ricordano Carletto con affetto, nonostante il famoso episodio della sua corsa verso la curva orobica in un derby acciuffato allo scadere sul 3-3 dal suo Brescia. Guardiola ha introdotto l’argomento controverso dicendo che pensava che solo Mazzone avrebbe potuto spedirlo in tribuna, quando giocò in Italia. “Invece lo fece qualcun altro”. La colpa fu della squalifica per doping comminata dopo due positività emerse in altrettante, differenti circostanze.
Fu il nandrolone la sostanza vietata individuata, dopo le partite contro Lazio e Piacenza, a fine novembre 2001. Allora Guardiola fece indire una conferenza stampa per spiegare la sua versione dei fatti e ribadire di aver preso soltanto una vitamina, cosa fatta a lungo quando giocava per il Barcellona.
“Aspetto ancora le scuse della FIGC”
Anche altri giocatori vennero accusati di avere assunto nandrolone. Jaap Stam della Lazio, Edgar Davids della Juventus e diversi altri. L’allora procuratore Raffaele Guariniello si interessò ad un elenco di 75 atleti professionisti sospettati di avere assunto sostanze dopanti, con in particolare proprio il nandrolone in testa. Riguardo a Guardiola, lo spagnolo subì 4 mesi di squalifica a fronte di una iniziale richiesta di 6 mesi.
La vicenda si chiuse soltanto nel 2007 con una assoluzione con formula piena in Corte d’Appello. La sentenza ribaltò la condanna decretata a sette mesi di reclusione in primo grado a cui aggiungere il pagamento delle spese processuali e 9mila euro di risarcimento. Nessuno mai però gli ha chiesto scusa e resta quanto di brutto Pep si ritrovò a vivere in quei mesi. Ed all’atto pratico venne scovata una falla nel sistema di svolgimento degli esami dei laboratori del CONI.
Pure la WADA, l’Agenzia Mondiale Antidoping, affermò che le positività inferiori ai 10 nanogrammi – ed era il caso di Guardiola – richiedevano dei test di stabilità per avere la piena attendibilità. Cosa mai accaduta, e si ebbe così un falso positivo. “Eppure mai nessuno si è scusato con me, forse un giorno la FIGC lo farà, ma sono portato a credere di no”. Guardiola ha giocato anche con Totti alla Roma, e l’ex capitano della Roma ha fatto qualcosa di molto bello e sensibile proprio adesso.