Serena Mollicone venne trovata morta in provincia di Frosinone il 3 giugno 2001: per il suo delitto, a quasi 25 anni di distanza, non c’è ancora un assassino.
Quello del delitto di Serena Mollicone è uno dei cold case più intricati e che maggiormente hanno interessato l’opinione pubblica negli ultimi anni: la ragazza scomparve da Arce il primo giugno 2001 e il suo corpo venne trovato poi privo di vita due giorni dopo. Cosa le sia successo non è mai stato chiarito. Le indagini hanno lasciato emergere elementi che collegano il caso alla caserma dei Carabinieri di Arce, dove il comandante Franco Mottola viveva con la sua famiglia.

Dopo due assoluzioni per l’uomo, suo figlio Marco e la moglie del comandante, Annamaria, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della Procura generale e ha annullato l’ultima sentenza di appello. Insomma, la famiglia verrà nuovamente processata con le gravi accuse che da anni vengono contestate. Come noto, il principale accusatore dei Mottola, il brigadiere Santino Tuzi, è morto in circostanze dubbie, sebbene ufficialmente per suicidio, il 10 aprile 2008.
La testimonianza del brigadiere sul caso della morte di Serena Mollicone
Tuzi, il giorno della sparizione della 18enne, avrebbe visto la ragazza entrare nella caserma dei carabinieri, ma sostenne di non averla mai vista uscire, almeno fino a quando poi lui non aveva staccato dal suo turno di servizio. Una testimonianza, la sua, che ha aperto un varco in un clima che sarebbe stato omertoso all’interno della caserma e non solo: in tanti si chiedono come sia possibile che ad Arce, in un quarto di secolo, non sia emersa una testimonianza che possa fare luce sul delitto.

Come detto, Tuzi muore ad aprile 2008: la sua morte ha sempre sollevato dubbi e sospetti, dato il contesto delle sue rivelazioni, ma al contempo è stata la sua testimonianza a fare in modo che venissero riaperte le indagini. Grazie alle parole del brigadiere, venne smentita la tesi secondo la quale Serena Mollicone non era mai stata dai carabinieri quella mattina, sebbene questa fosse la convinzione anche del padre Guglielmo, morto a maggio 2020 senza conoscere la verità sul decesso della figlia.
Che cosa fa oggi Marco Mottola, principale accusato della morte di Serena Mollicone
Un lungo iter giudiziario non ha al momento portato ad alcuna condanna: in base alle ultime sentenze, sono stati assolti in via definitiva dalla Cassazione i carabinieri Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano, mentre un nuovo processo è stato chiesto per la famiglia Mottola al completo. In particolare, la Procura di Cassino e i pubblici ministeri hanno ipotizzato che Marco Mottola potesse essere l’autore materiale dell’omicidio di Serena Mollicone.

Il delitto sarebbe stato commesso in seguito alla denuncia di Serena Mollicone, impegnata con il padre nel contrasto allo spaccio e all’abuso di droghe, ai carabinieri, nella quale la ragazza avrebbe tirato in ballo proprio Marco Mottola, accusandolo di essere un pusher. Da qui, una lite tra i due, avvenuta proprio in caserma, che avrebbe provocato la morte della ragazza. In attesa di nuovi risvolti, Marco Mottola è un uomo libero e vive in Molise, a Venafro, dove gestisce un negozio.